I 40 ANNI DELLA RIVISTA “IL PENSIERO EOCNOMICO MODERNO”

Il passato

La rivista “Il Pensiero Economico Moderno”, fondata nel 1980 dal prof. Romano Molesti è giunta nel 2020 al suo 40° anno di vita.

Come ricorda il prof. Molesti, l’idea di fondare una rivista sul pensiero economico moderno nacque dalla constatazione che, agli inizi degli anni 80, non vi erano riviste di questo tipo.

Egli fondò così la rivista “Il Pensiero Economico Moderno” per offrire l’opportunità di approfondire tali tematiche. L’aggettivo moderno implica che particolare attenzione è data alle teorie economiche più recenti, sempre considerate nel loro contesto storico. In tale prospettiva, «Per quanto riguarda le varie scuole di pensiero, il periodico non fece una scelta drastica. In concreto si giunse a privilegiare il filone della scuola sociale cattolica pur dando ampio spazio a impostazioni e teorie diverse».

Tra le adesioni importanti va segnalata quella di quella di Franco Modigliani, Premio Nobel per l’Economia nel 1985.

Nella rivista sono apparse numerose pubblicazioni di eminenti personalità: Presidenti della Repubblica (Sergio Mattarella, Giorgio Napolitano), Banchieri Centrali (Mario Draghi, Antonio Fazio, Ignazio Visco), importanti esponenti del mondo politico, economico e scientifico: tra gli altri, in ordine alfabetico, Gian Carlo Blangiardo, Giuseppe de Rita, Lamberto Dini, Enrico Giovannini, Giorgio Nebbia, Pier Carlo Padoan, Salvatore Rossi, Giovanni Scanagatta, Giuseppe Vegas.  

Il presente

Gli ultimi due anni sono stati un periodo di riorganizzazione dovuti al cambio di editore e di proprietà, che hanno portato notevoli novità.

Innanzitutto, un rinnovato Comitato scientifico, che comprende ora, oltre al permanere di alcune figure “storiche”, nuovi importanti studiosi sia a livello nazionale, sia a livello internazionali, come Wolfram Elsner, professor of Economics dell’University of Bremen e Louis-Philippe Rochon, full professor of Economics alla Laurentian University.

Una nuova figura, quella del Responsabile scientifico, avrà il compito di coordinare l’attività tra Comitato scientifico e Comitato editoriale, promuovendo la dinamicità e la coralità dell’attività scientifica.

Altra importante novità e la presenza ora della testata in RePEc, EconLit ed altri importanti siti di letteratura economica, aumentando la visibilità dei lavori pubblicati.

Inoltre, la rivista ha ora un proprio sito web dedicato all’indirizzo www.ilpensieroeconomicomoderno.it. Il sito, avrà diverse funzioni: dal rendere più agevole il contatto tra Redazione e autori, anche attraverso il lancio di call for papers, al dare conto delle nuove uscite, al segnalare eventi culturali organizzati con la collaborazione della rivista, al rendere disponibili in formato elettronico i saggi pubblicati a partire dal 2004 in poi collegandoli a RePEc, e, in prospettiva, a fornire la possibilità di abbonamenti on line.

Il futuro

Grazie a questa riorganizzazione e a questi nuovi strumenti, la rivista vuole continuare ad essere un significativo punto di riferimento per un approccio scientifico, di tipo umanistico e pluralistico, allo studio del pensiero economico moderno e contemporaneo.

LA NASCITA DELLA RIVISTA

Riportiamo, con le parole del prof. Romano Molesti, gli avvenimenti che portarono alla nascita della rivista “Il Pensiero Economico Moderno”.

<<La nascita di questo periodico risulta correlata al Concorso nazionale a cattedra in “Storia delle dottrine economiche”, che ebbe luogo nella primavera del 1980. In detto concorso risultai vincitore e la sede cui fui destinato fu l’Università di Napoli Federico II, Facoltà di Economia.

L’approccio con l’ambiente napoletano non fu dei più felici anche perché il candidato dell’Università di Napoli, per il quale era stato chiesto il concorso, non risultò vincitore.

Le cattedre messe a concorso erano quattro e ricordo che da parte di alcuni candidati non vincitori ci furono grosse recriminazioni. Ricordo in particolare che Oscar Nuccio, autore, tra l’altro, di una serie di ottime introduzioni alla raccolta Custodi degli economisti italiani del Settecento non ottenne la cattedra. La cosa mi dispiacque molto anche perché il Nuccio, oltre agli scritti sulla raccolta Custodi, aveva numerose altre pubblicazioni. La commissione esaminatrice era composta dai professori Tullio Bagiotti, Umberto Meoli, Giovanni Zalin, Piero Barucci e Duccio Cavalieri.

A Napoli la Facoltà di Economia, che allora aveva sede in Lungomare Partenope, aveva vari docenti tra cui spiccava, per l’ascendente esercitato su tutti gli altri l’economista Augusto Graziani. Tra questi docenti ricordo i nomi di Antonio Marzano, Domenico De Marco e Vincenzo Giura. Augusto Graziani era direttore di una rivista che veniva pubblicata a cura della Facoltà: “Studi economici”.

In ambito nazionale mancava invece una rivista che si occupasse della materia in cui avevo ottenuto la cattedra, “Storia del pensiero economico”, il cui nome era stato cambiato da quello che aveva precedentemente di “Storia delle dottrine economiche”. Mentre nel campo della storia economica c’erano diverse riviste quello della storia del pensiero risultava negli anni Ottanta del tutto sguarnito. Poco diversa ara stata la situazione anche negli anni del dopoguerra quando era stata pubblicata una rivista semestrale di storia del pensiero economico, che usciva in fascicoli semestrali. Il direttore di questa rivista era Aldo Adolfo Crosara, un personaggio singolare che, come ebbe a scrivere lui stesso, in tutti gli anni di vita della rivista vi aveva pubblicato solo suoi scritti, tranne un articolo e una nota.

Avevo incontrato precedentemente una sola volta il Crosara a Perugia e poi non ebbi più occasione di vederlo.

Il Crosara aveva fatto parte della Commissione esaminatrice del mio esame di libera docenza, che si svolse nel 1969. Ricordo che gli altri membri della Commissione erano: Gino Barbieri, Federigo Melis, Luigi De Rosa, Alfredo Aiello.

Quando nel 1969 superai l’esame di libera docenza in Storia delle dottrine economiche (allora così si chiamava) non esisteva dunque nessuna rivista in Italia che fosse direttamente dedicata alla materia. Siccome in quel tempo dirigevo da oltre tre anni, una rivista, “Studi economici e sociali”, organo del Centro Studi G. Toniolo di Pisa, pensai che sarebbe stato utile dar vita ad un nuovo periodico, che si occupasse espressamente della storia delle dottrine economiche.

Può darsi che in quel tempo ci fossero anche altri docenti che avevano pensato di dar vita ad una iniziativa simile alla mia. Evidentemente la gestazione di queste iniziative richiese un tempo abbastanza lungo per cui la mia rivista fu la prima ad essere pubblicata nel 1981. Il primo docente che fu interpellato per far parte del Comitato scientifico fu il prof. Gino Barbieri, che si dichiarò subito disposto ad accettare. Altri nomi furono quelli di Giovanni Zalin e di Giorgio Borelli, miei colleghi nella Facoltà di Economia dell’Università di Verona nella quale mi ero trasferito. Seguirono poi i nomi di Piero Barucci, di Tullio Bagiotti, di Achille Agnati e altri.

Il primo numero uscì dopo due mesi circa dalla costituzione del Comitato scientifico della rivista ed affrontò temi di storia del pensiero economico, con una particolare attenzione ai problemi di attualità. Il termine di “ moderno”, abbinato a quello de “il pensiero” stava a significare, già in partenza, che la rivista avrebbe rivolto una particolare attenzione ai problemi e alle teorie economiche più recenti, inserendole sempre in un contesto storico.

Per quanto riguarda le varie scuole il periodico non fece una scelta drastica. In concreto si giunse a privilegiare il filone della scuola sociale cattolica pur dando ampio spazio a impostazioni e teorie diverse.

Il primo numero della rivista uscì, fatto singolare e credo unico rispetto ai fascicoli successivi, con tutti gli scritti – articoli, note e recensioni – firmati da professori universitari titolari di cattedre di materie economiche.>> Romano Molesti, già prof. ord. di Storia del pensiero economico nell’Università degli Studi di Verona.